Sapere quando e in che modo intervenire nei campi di mais risulta una strategia fondamentale per garantire la sostenibilità delle produzioni e condurre una gestione agronomica efficiente. In quest’ottica MaysDSS di Agricolus supporta le decisioni delle aziende agricole, integrando dati provenienti da differenti tecnologie di agricoltura di precisione.
Il caso studio e il monitoraggio satellitare per il controllo dell’efficienza irrigua
Agricolus è stato utilizzato in un campo di mais (classe FAO 600) di 4 ettari, situato nella Bassa Pianura Friulana. Essendo la coltura molto esigente in termini di fabbisogno idrico (fino a 700 mm/anno), gli interventi di irrigazione effettuati sono stati sei, posizionando il rotolone lungo i due lati lunghi dell’appezzamento.
La numerosità degli interventi è riconducibile alla siccità che ha colpito in maniera particolare il nord Italia nella stagione del 2022, con una quasi totale assenza di piogge.
Gli indici satellitari consultati nella piattaforma Agricolus sono stati l’NDVI, un indice di vigoria fogliare che consente la valutazione dello stato di salute della coltura; l’NDMI, che valuta il contenuto idrico della vegetazione.
Con il progredire del tempo e la disponibilità di nuove immagini satellitari si è assistito alla formazione e all’allargamento di un’area interna al campo, visualizzata da entrambi gli indici con il colore rosso, che non si sarebbe potuta identificare e caratterizzare in assenza di telerilevamento.
In quest’area, valori bassi di NDVI corrispondono a valori bassi di NDMI. Ciò significa che entrambi gli indici mostrano la stessa situazione in campo: l’area rossa coincide con una zona in stress idrico e le piante che hanno sofferto maggiormente lo stress sono anche quelle che godevano di uno scarso stato di salute iniziale.
Utilizzando l’app Agricolus Farmer sono stati effettuati rilievi puntuali in campo, che hanno consentito di stabilire le motivazioni dei danni e di caratterizzarli con fotografie.
La quantificazione delle perdite produttive
Le immagini satellitari hanno permesso di evidenziare un’inefficienza della distribuzione idrica da parte dei rotoloni. Grazie alla funzione “Misura distanza” si è stabilito che la gittata del rotolone non poteva coprire una distanza sul lato corto del campo, giustificando così la formazione iniziale di un’area in stress idrico, vista anche l’assenza prolungata di precipitazioni.
Tuttavia, quest’area nel tempo si è via via allargata anche a causa della presenza di cinghiali, che hanno prediletto l’area più secca centrale, rispetto alle zone ancora verdi dei bordi del campo. Infine, attraverso la funzione “Misura area” è stato stimato il danno complessivo, corrispondende a un’area di circa mezzo ettaro.
In conclusione: solo grazie all’osservazione satellitare si è potuto, innanzitutto, verificare la presenza di un problema in campo e secondariamente quantificarne le perdite.
Se si fosse deciso di intervenire precocemente (immagine satellitare del 12 luglio) con un’irrigazione di soccorso al centro del campo il danno sarebbe stato totalmente evitabile e la gestione agronomica del mais sarebbe risultata efficiente.