Le temperature, e più in generale l’andamento climatico durante la stagione produttiva, condizionano fortemente le annate viticole. I principali fattori del clima che influenzano lo sviluppo vegetativo e riproduttivo della vite sono infatti: pioggia, siccità, temporali e grandine, freddo e caldo, umido e secco.
Non ci sono dubbi quindi sull’importanza del legame tra clima e caratteristiche qualitative della produzione vitivinicola.
A complicare la situazione c’è il climate change, che negli ultimi anni ha provocato effetti considerevoli sulla gestione del vigneto: temperature eccessive, alte radiazioni solari e fenomeni naturali irregolari e imprevedibili hanno mostrato segni evidenti sulla fisiologia della vite e sulla lotta alle patologie.
Per questo motivo ci si affida sempre più a indici bioclimatici per valutare il momento migliore per raccogliere uva di qualità.
Indici di maturazione dell’uva: qualche esempio
Indice di Winkler
Tra gli indici di maturazione delle uve il più semplice e utilizzato è quello di Amerine e Winkler, che descrive in modo sinottico alcune caratteristiche del clima e dell’ambiente di coltivazione, in modo tale da rappresentare uno strumento valido di conoscenza su cui basare molte scelte agronomiche.
Questo indice considera i 10° centigradi come zero termico, cioè come la temperatura al disopra della quale la vite ha un’attività vegeto-produttiva. Si calcola sommando le temperature medie giornaliere dell’aria al di sopra dei 10°C, nell’arco di tempo che va dal 1 aprile al 31 ottobre nell’emisfero Nord.
L’indice viene calcolato facendo la sommatoria, nell’intervallo temporale sopra indicato, delle unità termiche, considerando solo le unità positive.
Indice di Huglin
Oltre all’indice di Winkler, anche quello di Huglin è utilizzato in viticoltura per descrivere le disponibilità termiche nei diversi territori.
Zone dove vengono registrati valori elevati di questo indice mostrano una propensione per vitigni a maturazione tardiva; al contrario è bene impiantare vitigni a maturazione precoce in zone che hanno basse disponibilità termiche.
È evidente quindi la stretta correlazione tra le disponibilità termiche che si registrano in un dato ambiente e la qualità del vino prodotto nello stesso.
Rispetto all’indice di Winkler, quello di Huglin prende in esame un arco di tempo più ristretto, che parte dal 1 aprile al 30 settembre, dando maggior rilievo alle temperature massime giornaliere registrate e considerando inoltre la durata del giorno attraverso un coefficiente specifico basato sulla latitudine del vitigno.
Come utilizzare gli indici?
Entrambi gli indici di maturazione sono estremamente importanti nella gestione aziendale poiché aiutano a determinare il momento più adatto per la vendemmia. In che modo?
Per ciascuna varietà, in un determinato areale produttivo, l’indice avrà un valore tipico della vendemmia, che corrisponderà a un certo grado zuccherino. Tale “valore tipico” può essere determinato facilmente dall’agricoltore osservando le annate precedenti.
La comparazione tra il valore stagionale degli indici con la media poliennale (o con singole annate precedenti) consente di determinare se nell’annata in esame è probabile attendersi una vendemmia precoce o tardiva.
Gli indici sono inoltre applicabili per altre finalità, come la stima dell’andamento dei parametri qualitativi delle uve in una determinata annata e la valutazione generale di un territorio in termini di vocazionalità climatica alla coltivazione della vite.
Il confronto del valore degli indici nei vari anni fornisce un’indicazione delle potenzialità climatiche di ciascuna annata.
Gli indici consentono anche di valutare la predisposizione di una nuova zona alla coltivazione della vite e di determinare quali vitigni avranno maggiori probabilità di successo in tale area.
Molte aziende vitivinicole utilizzano GrapeDSS per costruire curve di maturazione dell’uva e stabilire il momento ottimale per la vendemmia. Tali curve sono realizzate sulla base del monitoraggio in campo con l’app di Agricolus e sulle analisi di parametri fondamentali: il grado zuccherino e l’acidità, valutata come pH e/o come acidità totale.